Montorio è un piccolo borgo incastonato tra le colline molisane, un angolo di tranquillità che sembra appartenere a un altro tempo. I suoi vicoli stretti, la piazza centrale e la Chiesa dell’Assunta raccontano storie di un passato che ancora vive nelle memorie dei suoi abitanti. Ma oggi, Montorio sta affrontando una realtà che pochi immaginano: quella di un paese che perde lentamente il suo respiro vitale. Le case, un tempo abitate, ora sono vuote, e le voci che un tempo riecheggiavano tra le strade si sono fatte sempre più rare. Ma questo piccolo borgo ha ancora una chance, una possibilità di rinascita, che potrebbe venire da un incontro tra il passato e il futuro, tra tradizione e innovazione.
Non c’è dubbio che la bellezza di Montorio, con le sue colline, la vicinanza al mare e la serenità che la contraddistingue, sia un punto di partenza per immaginare un nuovo destino per il paese. Tuttavia, il risveglio di Montorio non può essere solo una questione di turismo o di sussidi economici: bisogna lavorare su ciò che rende questo paese davvero speciale e unico.
Immagina Montorio come un luogo dove le tradizioni si intrecciano con il presente, dove ogni pietra racconta una storia, ma dove ogni angolo è pronto ad accogliere nuove vite. Il turismo, certo, potrebbe essere uno dei motori di questa rinascita. Ma non parliamo solo di un turismo di massa, fatto di visite rapide e fugaci. Montorio ha bisogno di un turismo più profondo, che sappia valorizzare la sua natura incontaminata, la sua gastronomia tradizionale, la sua cultura autentica. Sentieri escursionistici che si snodano tra gli uliveti, percorsi di trekking che portano alla scoperta dei borghi vicini, e la possibilità di gustare i piatti tipici del luogo, come i cavatelli e le taccozze du Sppulc, potrebbero attrarre quei turisti in cerca di un’esperienza genuina, lontano dalle rotte turistiche convenzionali.
Ma non basta. Montorio ha bisogno di diventare anche un luogo dove chi cerca una nuova vita possa sentirsi a casa. Le case abbandonate, che punteggiano il paese, potrebbero essere una risorsa preziosa per chi desidera mettersi in gioco, per chi ha voglia di ricominciare, di investire in un futuro diverso. Offrire questi immobili a un costo accessibile, permettendo a chi arriva di ristrutturarli con le proprie mani, non sarebbe solo un modo per ripopolare il paese, ma un’opportunità di creare un legame profondo con la comunità e con la terra che accoglie. Ma qui emerge una questione importante: a chi aprire le porte di Montorio? Perché, se da un lato il paese è storicamente accogliente, c’è bisogno di un’attenzione più selettiva, che non rischi di svuotare la sua identità. L’accoglienza non può essere un concetto astratto, ma deve sapersi adattare alle necessità di una comunità che ha un forte legame con le proprie radici e tradizioni. Montorio deve poter accogliere chi ha il desiderio di investire nel suo futuro, ma anche chi condivide i suoi valori e rispetta la sua cultura.
Questa accoglienza, pur senza barriere, non può essere priva di un senso di appartenenza che lega i nuovi arrivati agli abitanti del posto. Non è questione di chiudere le porte a chi viene da lontano, ma di sapere costruire ponti che non spezzino la storia e le tradizioni che Montorio ha costruito nel corso dei secoli. È un equilibrio delicato, ma che può essere trovato attraverso iniziative che facciano convivere il passato e il futuro, il vecchio e il nuovo. Investire nella creazione di piccole imprese locali, che sappiano valorizzare le risorse del territorio e offrire lavoro a chi si stabilisce nel paese, potrebbe essere un passo fondamentale. Lo stesso vale per l’agricoltura: incentivare la coltivazione di prodotti biologici e locali, magari trasformando Montorio in un piccolo centro di agricoltura sostenibile, potrebbe attrarre chi è in cerca di una vita più semplice e rispettosa dell’ambiente.
L’arrivo di chi lavora a distanza potrebbe essere un’altra risorsa fondamentale per il paese. Montorio, pur nella sua tranquillità, è a breve distanza dalle zone industriali e dal mare, e potrebbe diventare il rifugio perfetto per chi cerca un equilibrio tra la vita lavorativa e quella personale. Offrire la possibilità di lavorare in remoto, grazie a una connessione internet veloce, e creare spazi di coworking dove idee e progetti possano nascere, potrebbe attrarre giovani professionisti in cerca di un cambiamento radicale.
Ma forse la vera chiave di volta per la rinascita di Montorio nei Frentani è il suo spirito di comunità. Un paese che si rispetta e che sa accogliere deve anche essere capace di dare spazio alla partecipazione attiva dei suoi abitanti. Creare eventi culturali, festival enogastronomici, e attività che coinvolgano le nuove generazioni e i residenti più anziani, potrebbe favorire un senso di coesione che vada oltre l’individualismo. La comunità di Montorio deve essere pronta ad abbracciare il futuro, ma senza dimenticare mai da dove proviene.
Con il cuore aperto, ma anche con un occhio critico, Montorio può rinnovarsi, diventare il punto di incontro tra chi arriva e chi c’era già. E chissà, magari tra i vicoli e le piazze di questo piccolo borgo, si risveglieranno non solo le case vuote, ma anche una nuova voglia di vivere insieme, costruendo un futuro che parli a tutti.
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