Sembra di sentirlo ancora ora il rumore della chiave che gira nella toppa della porta e nonno Nardino che rientra sventolando la copia de Il Ponte.
Ricordo che la prima uscita avveniva sempre in concomitanza delle feste patronali, mentre la seconda poco prima delle festività natalizie; di fatto, entrambe le edizioni accompagnavano le vacanze estive prima e quelle di Natale poi.
Quando non ero ancora in grado di leggere passavo le ore a sfogliare le pagine del giornale e a “studiare” tutte le immagini, c’erano quelle di Montorio nelle quali mi dilettavo a cercare parenti, amici e conoscenti e quelle del Canada o degli USA con le quali mi divertivo a fantasticare e immaginare la vita che facevano persone con le quali non avevo nulla in comune se non, in piccola parte, le origini.
Poi piano piano imparai a leggere e Il Ponte diventò un mezzo per fare pratica. Quando ormai leggevo spedita ricordo che trascorrevo ore a leggere gli articoli in esso contenuti. Mi piaceva molto la sezione degli eventi che si svolgevano in America, in particolare delle attività che la comunità montoriese di oltreoceano organizzava per mantenere costantemente vivo il legame con il proprio luogo di origine.
Un’altra parte del giornale che mi entusiasmava molto era quella legata alle nascite, ai battesimi, alle comunioni e a tutti gli eventi gioiosi che avvenivano tanto a Montorio quanto all’estero. In particolare ricordo che mi piaceva molto chiedere ai miei nonni se conoscessero le persone in questione e scoprire le parentele. Una parte che amavo meno era quella dei necrologi che ho smesso di leggere e ho cominciato a saltare quando su quella pagina ci finì anche il nostro amato nonno Nardino…
Fondamentalmente però Il Ponte era bello tutto, dalla prima all’ultima parola, e per settanta edizioni è stato in grado di informare i montoriesi sui loro compaesani che si trovavano oltreoceano e gli emigranti su tutto ciò che accadeva nel loro paese natio. Il “servizio” offerto grazie a questo giornale è stato essenziale e straordinario soprattutto nei decenni in cui i social non esistevano anzi non erano nemmeno immaginabili…
Per ben trentacinque anni Il Ponte ha unito i montoriesi nel mondo facendo sì che si sentissero tutti più vicini, tenendo insieme compaesani vicini e lontani che avevano un unico e immenso amore comune: quello per Montorio.
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