Finalmente l’estate a Montorio: la gioia, le feste, le numerose processioni religiose, le lunghe serate, il mare. Finalmente la piazza festosa, tutte le case abitate, i vicoli vocianti, tanti giovani sul “muraglione”, una chitarra che riconquista la piazza. Finalmente il divertimento, le escursioni al mare e in montagna, le gite, le danze popolari in piazza, gli aperitivi in cerchi giganti, le cene. Finalmente la distensione dell’animo: l’attesa, la speranza, i palpitati timori della stagione invernale esplodono in gioia, in relazioni, in armonia con tutto ciò che è presente e che ti è accanto. Finalmente il caldo, il bel clima, la gioia di starsene all’ombra di alberi profumati, quella di potersi sedere ovunque, anche per terra, la ripresa del riposino pomeridiano. Finalmente le attività sportive: le lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta, le partite a tennis, a pallavolo a calcetto. Finalmente al mare, le gite in barca e i viaggi alle isole Tremiti. Finalmente volti sorridenti, l’eccitazione per la vita giovanile che riesplode nei sentimenti più belli, in amori, in baci che porterai con te per tutta la vita e che racconterai alla prima occasione agli amici davanti al tavolo di un bar. Dai sedili della villa s’odono i grilli, il gracidare delle rane che sale in paese dalle fonti e dai pozzi e poi le scampagnate nei pressi di belle fontane che schizzano acqua fresca sulla pelle calda e sui vestiti leggeri della stagione. Finalmente le feste anche nei paesi vicini. Gli incontri con amici del territorio, le strette di mano, gli abbracci. Finalmente l’estate: con il cielo turchino o inconfondibilmente azzurro e, di notte, le stelle cadenti.
Brano tratto dal libro di ANTONIO MOLINO “Un anno di vita in una comunità meridionale” Montorio nei Frentani Graus Editore Napoli
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