Non ho mai capito l’euforia di chi per “vacanza” intende il coma etilico dalla sera all’alba, la residenza in discoteca a bombardarsi le orecchie e poi dormire svenuti fino al pomeriggio dopo per farsi un tuffo rapido tra un match e un altro, perché per me la vacanza è da sempre l’esilio dalla realtà, il ritrovo.
Per ricaricare spirito e mente ho bisogno dell’Adriatico, dei miei boschi, delle colline di girasoli che fanno addormentare i tramonti, di raccogliere more e sporcarmi le mani e macchiarmi i vestiti, del fresco ristoratore disegnato dal nero delle rondini in volo.
Crescendo ho capito che, più ci allontaniamo dalle nostre origini per guadagnare un’evoluzione fatta di ambizione avanguardista, frenetica e affamata di tutto, più ci viene a mancare un passato straripante di esistenzialismo che abbiamo lasciato alle spalle, senza nemmeno accorgerci.
Se mai avrò dei figli li porterò a Montorio ad ogni festa, ogni ponte possibile e mi impegnerò affinché imparino l’importanza delle radici viscerali e genuine che mi hanno insegnato, da sempre, ad amare ed abbracciare con empatia la vita in sé.
Gli insegnerò il contatto con gli animali; ad imboccare gli uccellini con le mani, a dare il biberon ai vitellini nelle masserie, a gettare il becchime alle galline. Dovranno imparare a perdersi nella sincerità dei sapori e degli odori agricoli, delle tolle arrosto, delle bottiglie di salsa che suonano nei pentoloni neri, delle ciabotte e dei tortariell.
Sognerò che possano ritrovarsi nel profumo della terra bagnata dalle piogge improvvise di agosto, dei prati appena tagliati, che possano godere del rumore del grano accarezzato dal vento che soffia dalle masserie; che sa a volte di sterpaglie e legno bruciato, dal batacchio delle campane.
Mi auguro che, proprio come le erbe selvatiche dei nostri campi, si facciano calpestare solo per tornare più forti e dritti.
Mi auguro che, proprio come me, siano montoriesi dentro tutti i giorni della loro vita, almeno un po’.
Potrai cambiare abitudini, imparare nuove lingue , modificare l’accento, adattarti ad altre tradizioni, mimetizzarti alle quotidianità raggiunte con il sacrificio della carriera ed il guadagno del tuo sviluppo personale, diventare qualcuno di fama o successo.
Ad ogni modo, se hai un posto in cui tornare, non esisterà giorno in cui anche solo un minuto non avrai bisogno di tornare a casa.
Non importa quanto tu sia distante, il Molise te lo porti dentro.

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