In precedenti articoli in Il Ponte ho reccontato che faccio parte di un’associazione civile senza scopo di lucro denominata “Presente Scuole Rurali”, che non riceve sussidi statali e svolge la sua opera con il contributo dei suoi soci e della comunità, sostenendo famiglie ed scuole della provincia settentrionale di Santiago del Estero attraverso un sistema di sponsorizzazione, così come 3 comunità di etnia Guaraní nella provincia di Misiones, entrambe in Argentina e a più di 1.000 km dalla mia città.
Nell’ambito dei molteplici compiti che l’associazione svolge, ogni anno viene organizzato un viaggio, al quale partecipano circa 50 operatori sanitari (medici clinici, ginecologi, pediatri, odontoiatri, infermieri, biochimici, tecnici, ecc.), i quali con i suoi strumenti ed équipe, raggiungono aree remote dai centri urbani di Santiago del Estero, per fornire assistenza medica – e successivo monitoraggio a distanza e persino rinvii per pratiche più complesse– a quelle comunità che non hanno accesso ai servizi sanitari.
Questo lavoro mi commuove in modo particolare perché è stato ispirato ed iniziato anni fa da una mia cugina, che accompagnò la figlia a visitare la famiglia che stava aiutando, e concepì l’idea di fornire consulenza medica a quella comunità, un’iniziativa che è stata successivamente ampliata fino a comprendere nuovi luoghi visitati ed specialità mediche più varie.
E quest’anno, ormai libero dagli impegni lavorativi dovuti alla pensione, ho avuto la gioia di accompagnare questo meraviglioso gruppo e di collaborare con loro nel nobile compito di portare salute e sostegno alle persone che vivono in quelle comunità isolate.
Abbiamo dovuto attraversare strade sterrate –a volte impraticabili sotto la pioggia– per raggiungere scuole rurali che non dispongono di elettricità o servizi idrici. Utilizzando apparecchiature di generazione, i medici hanno potuto utilizzare i loro dispositivi ed eseguire pratiche più complesse.
Abbiamo trascorso le notti nelle stesse scuole, dove siamo stati accolti con un’ospitalità calorosa e commovente.
È stato emozionanti vedere i professionisti moltiplicare i loro sforzi e le loro capacità per dare risposte, senza avere le infrastrutture di un ospedale, a persone che contano solo su di loro per prendersi cura della propria salute, mettendo a disposizione le loro conoscenze ma anche il cuore premuroso, la empatia, il senso umano e la sensibilità.
Nel viaggio ho potuto finalmente conoscere personalmente e direttamente i figliocci con i quali per anni avevo avuto contatti solo tramite messaggi, e con i quali abbiamo condiviso abbracci e momenti molto piacevoli.
Il principale risultato positivo di questo lavoro è aver potuto portare servizi medici di qualità a persone che nelle loro comunità non ne hanno, e far sentire loro di avere sempre qualcuno a cui rivolgersi, anche a distanza.
Inoltre, è pieno di speranza e di emozione vedere tanti giovani, provenienti da una generazione così ingiustamente criticata per un presunto disinteresse e distacco dalla realtà, lavorare duro e in condizioni sfavorevoli, mettendo a frutto tutte le loro conoscenze, il calore, la vitalità giovanile e il desiderio di aiutare e migliorare, al servizio degli altri.
A livello personale, rinsaldare i legami con i miei figliocci e approfondire il cameratismo e lo spirito di gruppo con i membri di questa bella associazione alla quale sono onorato di appartenere e alla quale voglio dedicare i miei migliori sforzi, avendo trovato un canale efficace per raggiungere insieme risultati di valore, contribuendo con il nostro sostegno al progresso di bambini e di giovani e al benessere delle loro comunità, in quelle regioni lontane, che nonostante la distanza sono già indissolubilmente legate alla mia vita.
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