Col passare degli anni, il sole incandescente del mezzogiorno aveva reso la terra quasi arida. Incessantemente si abbatteva sui campi di grano.
Munita di una falce e con un fazzoletto bianco in testa per ripararsi dai sempre più penetranti raggi del sole e il ronzio delle zanzare, la sua piccola figura cercava di fare un varco tra il giallo mare di grano.
Gli anni trascorsi sui campi sin da bambina, avevano dimostrato il loro peso. Col viso abbronzato rivolto all’orizzonte, ogni pausa non portava altro che un sospiro più pesante. Come di abitudine, mentre si riposava asciugandosi il sudore, scambiava due parole con le altre contadine e rivolgeva lo sguardo all’orizzonte.
Ma ultimamente il suo sguardo rivolto all’orizzonte era diventato intenso.
Erano le navi che partivano per le Americhe, che avevano colto la sua attenzione. In quello sguardo non si rivelava altro che il suo desiderio ardente, di essere su una di quelle navi, di abbandonare quella vita da animale e incominciare una vita migliore.
Era una donna che non voleva altro che un futuro per sé e suo marito, un futuro che il paese nativo amaramente non poteva offrirgli. Ed infatti col passar del tempo, questo suo desiderio tanto voluto si avverro’.
Tanta era la sua gioia quando venne alla luce il primo ed unico figlio della sua breve vita. Tenendolo gentilmente tra le braccia gli sorrideva, e tanto faceva l’angioletto Canadese dagli occhi castani e guance paffute, che volentieri gli ritornava il favore.
Pochi purtroppo furono questi momenti insieme. Quello che una volta era uno scambio di gioia silenziosa, col tempo diventò un triste lacrimoso scambio. Con pochi mesi da vivere e col cuore in gola, ogni abbraccio al figlio di sette anni rappresentava quella forza umana che ad ogni costo non voleva morire; voleva sopravvivere per lui. Come avrebbe fatto senza di lei…
Ormai era diventata troppo debole; soffriva tremendamente. Distesa su un letto, quasi priva di vita, col volto pallido e lacrimante rivolto al figlio, distese il braccio e gli strinse la mano dicendo: “Fai il bravo, ed ascolta i nonni e zii quando arrivi in Italia…Ti amo tantissimo figlio mio.”
Fu l’ultima volta che avrebbe visto sua madre. Quello che una volta era stata una gioia silenziosa, ora non ne rimanevano che le spoglie dell’amore di una madre per il figlio.
Due settimane dopo l’arrivo del figlio a Montorio,…mia madre,
Annina Spedaliere si spense dopo una dolorosa lotta col cancro all’età di quarantadue anni a Toronto il 17 agosto, 1977.
I miss you ma. I wish you could see me today.
Luigi Spedaliere
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