Di certo sarà capitato a tutti di trovarsi in una situazione del genere.
Sei in paese e un vecchietto ti ferma e ti chiede curioso “ di chi si lu fij?”.
A questa domanda normalmente si risponde facendo riferimento al nome dei genitori, al cognome, al soprannome.
Il Treccani recita: il cognome è un termine che identifica una persona a seconda della famiglia di discendenza.
In realtà non c’è una data precisa sulla nascita del cognome ma sappiamo che in epoca romana esistevano tre termini appositi: il nomen (cognome odierno) il praenomen (il nome odierno) e il cognomen ( il soprannome odierno).
I primi cognomi in Italia si diffusero verso la fine del 900 ed erano di uso tra i nobili.
In seguito la crescita demografica creò l’ esigenza di avere un dato che indicasse proprio quella tal persona.
Così si stabilirono i primi cognomi, assegnati usando criteri di provenienza (dal colle, dai monti) di mestieri, (fabbri, barbieri) di carattere fisici, ( biondi, mancini) ed infine di capostipite, (di Francesco, di Matteo).
Anche in Molise c’è stata un’ampia diffusione dei cognomi originati da nomi, ad esempio: Martinelli, Pasquale, Perretta, Mastrangelo, di Stefano, De Luca, Giancola…
Curiose le derivazioni da soprannome: testa, forte, occhionero, tartaglia..
Mentre tra quelli di provenienza troviamo: greco, lombardi, d Aversa, calabrese…
PICCOLE CURIOSITÀ
Il cognome Mastrangelo deriva dal termine magistro che significa maestro artigiano e Angelo che uniti formano appunto Mastrangelo.
Nella provincia di Campobasso è il ventitreesimo cognome più diffuso ed è il primo nel comune di Santa Croce di Magliano.
A Montorio nei frentani il cognome più diffuso è Greco seguito da Carfagnini, Spedaliere, Colantuono, Raimondo…
Presa dalla curiosità ho cercato i cognomi montoriesi più diffusi nel mondo e questi sono i dati ricavati:
Mastrangelo 3345 presenti in U.S.A.
Greco 3330 presenti in Canada
Carfagnini 128 presenti in Canada
Ma ci sono piccole e medie presenze anche altrove e la cosa mi ha molto stupito.
Certamente tutti sanno che ci fu’ negli anni del dopoguerra e negli anni 60 un forte flusso migratorio verso il Canada e gli Stati Uniti.
La manovalanza italiana ma anche spagnola, portoghese, tedesca fu impiegata nella costruzione delle ferrovie in maggior misura ma anche altrove .
Questo immenso arrivo diede una spallata al biculturalismo franco-inglese, perché va da sé che gli immigrati oltre la forza lavoro avevano portato con sé la loro identità culturale.
Il Canada ospita oggi circa 1.3 milioni di Italo-canadesi .
Nelle principali città come Toronto ci sono i quartieri chiamati Little Italy.
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