Angelino De Luca
tratto da “Il ponte” n.22 Dicembre 1995
Pasqua 1995: Sono arrivato in paese sabato santo pomeriggio fra una tormenta di neve. Cosa incredibile a vedersi! La mattina seguente, Pasqua, ero in piazza con stivali antineve e giacca a vento, ricevendo e dispensando strette di mano ed auguri, allorché si è avvicinato un gruppo di forestieri, con attrezzatura da neve e fotocamera, chiedendo: “Scusate, dove è il presepe all’aperto?” Tutti sono trasaliti: ” Il presepe??!”. Trascorso l’attimo di comprensibile confusione, è scoppiata una fragorosa risata. Però a pensarci bene, il clima era davvero natalizio: mezzo metro di neve, fiocchi che cadevano abbondanti, freddo intenso, gente infagottata. Mancava solo il presepe.
Pasqua 1954: La mattina del sabato santo (18 Aprile) il paese si svegliò completamente coperto da una coltre di neve. ed era metà aprile, come quest’anno ed a primavera avanzata. Qualche giorno dopo una famiglia doveva recarsi a Napoli per imbarcarsi sul bastimento che l’avrebbe portata in Canada, ma ciò era impossibile perché le strade per arrivare al paese erano bloccate ed a quei tempi gli spartineve non esistevano, almeno nella nostra zona. Quella famiglia (una mamma ed un figlio di tre anni) fu costretta a raggiungere a piedi e con cavalcature cariche di bagagli un mezzo di trasporto che era riuscito a risalire la strada che porta a Montorio fino alle “Morgine”. Quel bambino era mio nipote Antonio (Tony Greco) che ho portato per un pezzo di strada a cavalcioni sulle spalle, recalcitrante perché non voleva saperne di lasciare il paese. Oggi si dice comunemente: “Sono cambiate le stagioni”. Penso invece che fatti eccezionali sono sempre accaduti e continueranno ad accadere.
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