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Ricordi del Giovedì Santo a Montorio

È risaputo che le vacanze di Pasqua non siano nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di Natale, ma per e mia sorella poco cambiava dal momento in cui la parola “vacanze” è sempre stata associata a Montorio dove puntualmente ci “trasferivamo” per goderci la pausa scolastica e, soprattutto, del tempo di qualità con i nonni.

Non facevano eccezione le vacanze di Pasqua, più brevi rispetto a quelle natalizie, ma di sicuro più intense. Il nostro giorno preferito era in assoluto il giovedì Santo, perché era quello in cui la casa dei nonni diventava un vero e proprio laboratorio artigianale con la preparazione dei fiadoni.

Ricordo che al mattino nonno Nardino si alzava ben presto, scendeva nel garage dove accendeva il forno a legna mentre nonna e mamma cominciavano a preparare tutti gli ingredienti necessari per l’impasto della pasta. Una volta pronta questa, passavano alla preparazione di tutti gli ingredienti necessari per il ripieno: i fiadoni dolci rigorosamente con la ricotta, quelli salati con rigatino e salsiccia (e un pizzico di prezzemolo per nonno Nardino). Per noi piccole era una festa e cercavamo in tutti i modi di dare una mano anche se puntualmente ogni anno il nostro compito era quello di assaggiare i primi fiadoni appena sfornati. Che profumo! Che goduria! Che ricordi! Per noi era davvero un giorno di festa, una tradizione che ancora oggi cerchiamo di onorare seppur con tempi diversi.

I fiadoni, però, non sono l’unico ricordo del giovedì Santo dal momento in cui c’è anche un’altra tradizione legata a questa giornata: quella della preparazione dei ciufele du Sepulcre, un semplice piatto di cavatelli conditi solo con olio e peperoncino da gustare tutti insieme in famiglia. Una piccola tradizione che ancora oggi in casa portiamo avanti grazie alle sapienti mani di mamma che non manca mai di farci ricordare il sapore del giovedì Santo a Montorio.

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Co-Caporedattrice

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