(ANSA) – CAMPOBASSO, 08 APR –
Il Molise è tra le regioni in cui si è persa più popolazione con un tasso di decrescita pari al 7,9 per mille e circa 290 mila residenti (1° gennaio 2023).
E’ quanto emerge da una rilevazione dell’Istat relativa al 2022.
In contrapposizione seppur parziale di questo dato negativo, c’è quello che riguarda l’aspettativa di vita, in aumentorispetto al precedente anno, ma relativa solamente agli uomini, di 6 mesi (79,3 anni), 84,4 per le donne (invariato). A livello regionale il Molise con il 14,7 per mille, e dopo la Liguria (15,9 per mille), fa registrare anche il tasso di mortalità più alto dello stivale, mentre il Trentino-Alto Adige (9,9) e la Campania (10,9) il tasso più basso. Le prime sono, infatti, quelle con una struttura della popolazione più anziana, le ultime invece quelle con la struttura più giovane del Paese. Dati poco confortanti emergono anche dal tasso di fecondità con un valore di 1,09 figli per donna e con un’età media al parto di 32,9 anni. (ANSA).
Sono dati empirici e numeri chiari che ci danno una istantanea di un problema serio per la nostra Regione, a cui nessuno fino ad oggi ha posto freno. Il Molise si sta spopolando, inesorabilmente e rapidamente.
L’ultimo rapporto Istat, pubblicato qualche tempo fa evidenzia come lo scorso anno il Molise abbia perso tremila residenti e in un triennio addirittura 14.817 abitanti.
Al 31 dicembre 2019 la popolazione era pari a 305.617, al 1° gennaio 2022 era pari a 290.800. Di questi 210.600 in provincia di Campobasso e 80.200 in quella di Isernia.
Dinamica demografica durante la pandemia da Covid-19
La tendenza alla decrescita demografica è stata ulteriormente incrementata ed accelerata dalla pandemia da Covid-19. L’eccesso di decessi, direttamente o indirettamente riferibile ad essa, ha comportato in Molise l’incremento del tasso di mortalità dal 12,1 per mille del 2019 al 13,6 del 2020, con un picco del 14,6 per mille in provincia di Isernia.
Sulla natalità gli effetti sono meno immediati e il calo delle nascite, registrato anche nel 2020, è riconducibile soprattutto a fattori pregressi, come la sistematica riduzione della popolazione in età feconda, la posticipazione nel progetto genitoriale e il clima di incertezza per il futuro (questi ultimi due fattori certamente legati da un forte indice di correlazione). Tra il 2019 e il 2020 il tasso di natalità è sceso da 6,4 a 5,8 per mille, con un calo particolarmente accentuato in provincia di Isernia (da 6,9 a 5,6 per mille).
I movimenti tra Comuni si sono ridotti drasticamente durante la prima ondata dell’epidemia, a causa del lockdown di marzo che ha ridotto al minimo la mobilità residenziale, tanto che il tasso migratorio interno del 2019, pari mediamente a -4,4 per mille è sceso nel 2020 a -3,6 per mille.
Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali. Il tasso migratorio estero, pur rimanendo positivo per le due province, si riduce in modo consistente rispetto al 2019 (da 2,7 allo 0,7 per mille).
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