Tra i ricordi più vividi della mia infanzia c’è sicuramente la festa di San Giuseppe che è una delle poche che ho sempre vissuto sia a Larino che a Montorio.
Ancora oggi, chiudendo gli occhi, riesco a rivivere tutti gli attimi di quel giorno di festa, tutte le persone che ne facevano parte, tutti i gesti che ripetuti con devozione rinnovavano una tradizione che fortunatamente viene portata avanti ancora oggi.
Dai ricordi più vividi della mia infanzia sono venute fuori queste rime a cui ho affidato la memoria del cuore.
• 19 marzo •
San Giuseppe è arrivato
Nei paesi è stato tanto aspettato.
È la festa del papà
Se diciamo la poesia, cosa ci darà?
Anche i nonni sono papà
La torta di mele, per loro mamma farà.
È anche l’onomastico di nonna Pina
Che in realtà si chiama Giuseppina
Da scuola ci portano alle cappelle
Per tutti i bambini tante scarpelle
A ora di pranzo si va a Montorio
Si prepara per tutti, è un offertorio.
Mollica, scrippelle, baccalà,
E infine la zeppola sua maestà.
Tanto lavoro che non peserà,
Se tutti insieme si procederà.
Suona la banda, è un giorno di festa,
Ma come la vita per poco resta.
Negli occhi gioia e commozione
Per tutti è una grande devozione.
Spaccati di vita che vengono da lontano,
Li stringo nel palmo di una mano.
È un vagone di ricordi che arriva di soppiatto,
Per fortuna non potrà portarlo via nessun atto.
Chiara Vitulli
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