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IL TRATTURO, QUESTO TESTIMONE DEL TEMPO

Riscoprire i tratturi. Molti libri di racconti, molti libri di poesie, molti filmati, molti convegni si sono fatti sui tratturi. Tantissimi studi, non solo da parte di scuole agrarie e di università, sono stati dedicati all’approfondimento della conoscenza, su questo argomento. Ma oggi, che le mandrie e le greggi non ci sono più, come possiamo noi affrontare lo studio e la conoscenza di queste immense vie di comunicazione? E perché?

Quasi tutti questi studi sono rivolti al passato. Dalla nascita dei tratturi, dalla sua utilizzazione, dai motivi che hanno portato alla formazione di queste grosse arterie di comunicazione, per lo spostamento di grosse mandrie e di altrettante greggi, con cadenza quasi semestrale, per poter sfruttare al meglio la alternanza stagionale delle condizioni climatiche e metereologiche, tra due zone diverse, e con diverse altitudini. Cioè due zone non molto lontane, ma dal punto di vista orografico e climatico, caratterizzate da vegetazioni e cicli vegetativi diversi. E ti diverse specie e tipologie di piante, adatte al pascolo degli animali. Solamente questa prima semplicissima osservazione si sarà concretizzata in millenni di storia, di esperienze, di fallimenti continui. Ma anche di piccoli successi. Che alla fine ha portato a dei progressi sulla conoscenza della flora.

Altrettanto si potrebbe ripetere per le diverse specie di ovini, e di bovini, di suini e di cavalli, asini, e tutti quegli animali che erano adatti a sostenere dei viaggi molto lunghi, anche centinaia di chilometri. Numerosi sono stati gli elementi per valutare anche l’alimentazione dei pastori, del loro vestiario, e di tutti gli accessori di utensili, utili per far fronte a tutte le evenienze e alle esigenze di spostamenti così lunghi, che

richiedevano intere settimane di viaggio. Come i pastori affrontavano le intemperie di zone diverse e con condizioni metereologiche diverse. Moltissimo si è scritto, molte cose sono state studiate, molte altre conoscenze hanno riguardato tutto il mondo della transumanza, attraverso approfondimenti della conoscenza di quelle che erano” le condizioni materiali ed ambientali oggettive della transumanza”. Lo studio del territorio, lo studio del percorso più comodo e meno accidentato, per potersi trasferire da una zona all’altra, l’attraversamento di numerosi fiumi e corsi d’acqua nei punti più accessibili e più agevoli.

Altrettanto impegnativo e complesso lo studio per quelle che erano” le condizioni sociali riguardanti la transumanza”. Soprattutto oggi, con lo sviluppo degli studi sulla biologia, sulla giurisprudenza, sulla

letteratura, sulla conoscenza delle condizioni di vita. Degli animali. Ma soprattutto dei pastori. Sono tanti gli aspetti che hanno trasformato il Tratturo in” un autentico laboratorio naturale a cielo aperto”, sul quale i sedimenti di secoli di storia, hanno accumulato strati molto rilevanti della conoscenza umana, attraverso il lavoro, le esperienze, le sofferenze, le violenze, le malattie, e perfino la morte. Ma il tratturo non è stato solo un percorso, una strada, una via di comunicazione materiale. E’ stato, ed è ancora tutt’oggi, il

testimone vivente di varie epoche storiche, non solo riguardanti l’allevamento del bestiame, la pastorizia, l’agricoltura. Ma è il percorso storico e culturale di rapporti sociali, di rapporti economici di rapporti umani. E’ attraverso il tratturo che si è realizzato “il movimento c he fa la storia”. HISTORIA MAGISTRA VITAE EST. E la storia è soprattutto storia di rapporti sociali, di lotte di classi, di conflitti riguardanti il concetto di “PROPRIETA’ PRIVATA DELLA TERRA”. Mentre il TRATTURO non era stato sottomesso al dominio della proprietà privata, perché un bene comune, al servizio e per l’utilizzo della collettività. Il tratturo è precedente alla proprietà privata della terra, sebbene la terra sia una categoria giuridica importante nel DIRITTO ROMANO, e nel “GIUSNATURALISMO POSITIVO”. Come adeguamento giuridico allo stato di fatto, ma successiva alle varie forme di appropriazione sociale della terra. Che ha subito tante evoluzioni, in proprietà privata individuale, e poi proprietà capitalistica della terra. Mentre il TRATTURO restava orgogliosamente al servizio di un utilizzo sociale per la collettività, in tutte le sue varie e caratteristiche forme economiche riguardanti l’allevamento ed il pascolo del bestiame e in ogni forma riguardante la coltivazione del suolo, dei cereali, del foraggio, degli ortaggi, e di tutte le coltivazioni che hanno caratterizzato le varie epoche storiche. Molto è stato scritto. Molto è stato detto. Mentre qui mi vorrei soffermare su alcuni spunti di riflessione, utili a mettere in evidenza dei concetti fondamentali. Il tratturo è stato il laboratorio di sperimentazioni, osservazioni e prove tecniche che si sono ripetute per migliaia di anni. Ma che hanno portato a dei risultati preziosi per il settore alimentare. La conoscenza della trasformazione della carne per permetterne un utilizzo in tempi futuri. Lo stesso processo di ricerca e sperimentazione per la trasformazione di grandi quantità di latte, che ha portato a numerose varietà di

formaggi, che oggi caratterizzano un patrimonio importantissimo di biodiversità, di specificità di specialità di un patrimonio ricchissimo di eccellenze. A questi due prodotti principali, si sono aggiunti tante altre specialità nel mondo della trasformazione dei cereali, delle numerose varietà di frutta, di ortaggi locali, molto caratteristici dei luoghi di appartenenza. Dei quali questo enorme e immenso canale telematico di comunicazione, grazie alle esperienze trasmesse da generazioni in generazioni, tra popoli appartenenti a varie regioni, diverse per caratteristiche ambientali e climatiche, ha rappresentato il centro di sperimentazione a cielo aperto, e il, centro di divulgazione di antiche ricette, antichi segreti, antichi procedimenti di trasformazione, che oggi costituiscono quel patrimonio immateriale della “DIETA MEDITERRANEA”. Oggi, addirittura l’Unimol, forma giovani tecnologi alimentari, grazie al patrimonio culturale accumulato nei millenni, e che grazie alle moderne scoperte scientifiche e tecnologiche costituiscono una risorsa strategica e culturale di tutte le regioni che sono attraversate dai TRATTURI.

Purtroppo, non sempre le cose procedono nel migliore dei modi. Se la storia dell’agricoltura ha avuto degli sviluppi così importanti, e fino a qualche decennio addietro l’agricoltura ha permesso lo sviluppo di intere popolazioni e il pieno superamento del bisogno alimentare, non solo degli Stati europei, e l’innalzamento dei livelli di benessere economico diffuso in quasi tutte le classi sociali, oggi assistiamo a delle violente contraddizioni che riguardano proprio il problema alimentare. Nel mondo ci sono ancora interi territori che soffrono la fame. Intere Nazioni che non raggiungono un adeguato livello di nutrizione. Mentre nelle nazioni sviluppate si contiene la produzione agricola per non far entrare in crisi i mercati dei prodotti agricoli.

Troppo spesso si distrugge la produzione per non far crollare i prezzi di vendita. Si concedono contributi in denaro alle aziende, per contenere la produzione agricola. Si assiste vergognosamente al problema della fame nel mondo, quando nel 2000 De Silva, capo della FAO, aveva assicurato che in 15 anni, il problema della fame nel mondo sarebbe stato debellato. Nel 2015, addirittura era stato organizzato l’EXPO a Milano, proprio per sconfiggere ancora, il problema della FAME nel MONDO. Mentre nel MONDO, la fame è aumentata, nonostante l’abbondanza delle macchine e delle tecnologie, diffuse a livello planetario. A dirittura assistiamo alla follia della GUERRA, come soluzione di problemi internazionali Guerra che credevamo appartenere ad un passato ormai dimenticato. Evidentemente queste contraddizioni hanno una origine comune. Mentre noi ci confrontiamo con gli effetti. Catastrofici. Tanta abbondanza in mezzo allo stato della necessità e al bisogno alimentare. Mentre si continua a morire di fame. E tanto spreco di risorse economiche, che creano malattie, fame, disoccupazione, miseria, morte, Dove è finito tutto quel processo di sviluppo che aveva promesso aspettative di benessere, di ricchezza, di pace di felicità? Che fare?

Potrebbe essere possibile cercare e magari trovare la risposta e la soluzione di tutte queste contradizioni, proprio in quello che è stato e continua ad essere il testimone il protagonista, il maestro, il laboratorio, l’osservatorio a cielo aperto del tempo e della storia,” E magari ricevere una seppur tacita risposta a queste atroci contraddizioni? Forse proprio IL TRATTURO ci potrebbe aiutare con qualche evidente esempio. Ma soprattutto con la sua antica e preziosa presenza.

Alfredo Mancini

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