Nel cuore del Molise, su una collina che sembra toccare il cielo, c’è un piccolo paese che respira a ritmo lento, come se il tempo, qui, avesse deciso di concedersi una lunga pausa. Ma non è un paese che si arrende, no. Montorio nei Frentani è un luogo che spera. Non è un borgo come tanti altri. È il luogo che non si dimentica, nemmeno quando il vento lo porta lontano.
Montorio non è solo pietra, non è solo silenzio. È memoria e radici. Le sue strade raccontano di chi è partito, di chi è tornato, di chi sta per arrivare. Ogni angolo è intriso di storie di migranti, di famiglie che hanno scelto l’ignoto pur di cercare una nuova vita. E oggi, quei sogni lontani sono tornati, come un eco che non ha mai smesso di suonare.
Immagina di tornare in un posto che non hai mai visto, ma che senti tuo nel profondo, perché tua è la lingua, tua è la storia. Immagina di riprendere in mano le redini di un paese che non ha mai smesso di chiamarti. È quello che sta accadendo, in silenzio, tra le colline del Molise: Montorio è vivo, più vivo che mai.
Ma questo paese non ha bisogno di promesse vuote o di soluzioni facili. Ha bisogno di sogni condivisi. Ha bisogno di chi vuole scrivere nuove storie, non solo di chi vuole restare indietro.
C’è una strada da percorrere, insieme. Una strada che unisce passato e futuro, che intreccia la nostalgia con la speranza. E non è una strada che porta solo a Montorio. È una strada che porta anche oltre. Perché Montorio non è solo il borgo che guarda il passato, ma è anche il paese che sogna il futuro.
Ecco come lo vedo:
Immagina il richiamo di una terra che invita chiunque a tornare. Non solo con la cittadinanza, ma con il cuore. Immagina un patto segreto tra chi è lontano e chi è rimasto, un patto che si rinnova ogni giorno con la semplicità di un sorriso, di una cucina condivisa, di una festa improvvisata per strada.
Montorio deve riaccogliere chi vuole crederci. Deve diventare una terra fertile di incontri. Un luogo dove le mani lavorano insieme per rimettere in piedi case abbandonate, per piantare semi di idee nuove, per coltivare storie di passione e di comunità. Ogni pietra che si ristruttura diventa un simbolo di speranza. Ogni piatto condiviso, ogni festa, ogni sorriso è un passo verso una Montorio più viva.
Ma non basta solo il coraggio di chi torna. Montorio ha bisogno anche di chi ha occhi nuovi, di chi sa che in un piccolo paese c’è tutto: il respiro lento della natura, il cuore battente delle tradizioni, e la possibilità di ricominciare. Ha bisogno di giovani che vengano a sognare, ma anche di anziani che raccontino, di famiglie che costruiscano il futuro, di artisti che lo trasformino in bellezza.
Montorio può diventare un luogo dove il tempo non scorre più veloce, ma dove si ha il tempo di ascoltare davvero, di abbracciare le proprie radici senza paura di guardare avanti. Un posto dove, finalmente, il concetto di “ritorno” non è solo una parola, ma una promessa.
E se la sfida è grande, lo è anche la forza. Una forza che, in fondo, è sempre stata lì. Basta credere che il sogno sia possibile.
Montorio può farlo.
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