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ARTICOLI / DAL MONDO / MONTORIO

Guerra, Uguaglianza, e la Miseria del Potere

So che questo articolo potrebbe sembrare lontano dallo spirito del nostro blog, ma alcune riflessioni possono essere fatte. Perché il nostro paradiso terreno potrebbe non esserlo più in futuro.

Il mondo è scosso, e a dire il vero non da oggi. Da secoli, la guerra è una costante innegabile, come se l’uomo non riuscisse a trovare altra soluzione se non quella di distruggere ciò che ha intorno. Oggi, però, nel silenzio assordante di un’umanità che sembra aver perso il senso della compassione, si alzano le grida delle vittime, troppo spesso ignorate. Gaza, Ucraina, il Mediterraneo in fiamme, sono luoghi che non solo portano dolore, ma ci costringono a guardare in faccia la nostra miseria.

Non possiamo chiudere gli occhi. Non possiamo far finta che tutto ciò che accade da anni sia frutto di una fatalità storica. La Palestina, un popolo che da decenni è costretto a vivere in una prigione a cielo aperto, è ridotta a una terra di macerie e di speranze infrante. Ogni giorno si consuma la sofferenza di chi è stato scacciato, umiliato, deprivato della sua dignità e della sua terra. Eppure, di fronte alla realtà, ci troviamo a doverci ancora chiedere se la Palestina possa finalmente diventare uno Stato, un paese libero di decidere del proprio destino, come ogni altro Stato del mondo.

È questo il paradosso della nostra epoca: non è mai stato così facile decidere del destino delle nazioni, eppure non siamo mai stati così incapaci di garantire a ognuno la libertà di vivere senza paura. Chi non ricorda il 7 ottobre? Quella barbarie, quella vigliaccata, non rappresenta altro che il fallimento di ogni forma di rispetto, di umanità. La violenza, l’odio, l’intolleranza non sono mai una risposta. Mai. L’uomo non è nato per distruggere, ma per costruire. Eppure, siamo costretti a vedere che la distruzione avanza, alimentata da chi ha preso in mano il destino degli altri senza scrupoli, senza coscienza.

Gli estremisti sono la rovina di tutto. Non solo nelle guerre, ma in ogni aspetto della nostra vita. Gli estremisti della religione, quelli che distorcono la fede per giustificare l’omicidio, la persecuzione, l’intolleranza. Gli estremisti della politica, quelli che non vedono altro che la propria ideologia, che non tollerano l’esistenza di chi ha opinioni diverse. Gli estremisti dello sport, che vedono nel tifo una forma di battaglia, una guerra senza fine che divide anziché unire. Gli estremisti sono coloro che non amano, ma impongono. Sono quelli che distruggono, non solo i corpi, ma le menti.

Basterebbe poco per cambiare. Basterebbe rispetto. Rispetto per la dignità dell’altro, per la sua libertà, per la sua vita. Un po’ di rispetto reciproco, e avremmo già fatto un enorme passo avanti. Rispetto per le differenze, che non sono mai motivo di conflitto, ma di arricchimento. Non esistono “popoli superiori” o “popoli inferiori”. Esistono solo esseri umani, con sogni e speranze, con paure e desideri. Rispetto per la terra, che è l’unica casa che abbiamo, e che dovremmo trattare come tale, non come un campo di battaglia.

E, proprio mentre il mondo sembra marciare verso il baratro, assistiamo a un’altra terribile verità: la disuguaglianza. Un singolo uomo, con il suo 219 miliardi di dollari, potrebbe, con una frazione della sua ricchezza, cambiare la vita di milioni di esseri umani. Eppure, quel denaro non basta nemmeno a comprare un po’ di umanità. E mentre questo uomo fa scivolare il suo denaro da una mano all’altra, milioni di bambini nel mondo non riescono nemmeno a mangiare. Che senso ha tutto ciò? Dove è finito il nostro cuore? Dove sono finiti i nostri principi di giustizia, di solidarietà, di condivisione? Non è possibile, non è giustificabile, che un solo individuo abbia nelle sue mani così tanto potere mentre una miriade di esseri umani è costretta a lottare per sopravvivere. È un’ingiustizia che non ha spiegazioni.

Non sono nessuno, eppure mi chiedo: non sarebbe bello se ognuno di noi aiutasse l’altro? Non sarebbe bello se, invece di sollevare muri, costruissimo ponti? Se, invece di vedere l’altro come un nemico, lo vedessimo come una risorsa, come un compagno di viaggio in questa vita che ci è stata donata, in questo breve spazio di tempo che abbiamo per fare del bene? Ma dove siamo finiti, se non siamo più capaci di compiere un piccolo atto di gentilezza, un gesto di solidarietà, una parola di conforto?

La guerra non ha mai portato nulla di buono. Eppure, sembra che l’umanità non riesca a fare a meno di essa. E se ci fosse una strada alternativa? Se, anziché uccidere, distruggere, esiliare, iniziassimo ad ascoltare, a rispettare, a costruire? La guerra è solo una sconfitta, e le guerre in corso oggi, a Gaza e in Ucraina, lo dimostrano con ogni passo che fanno. Non c’è vittoria in guerra. C’è solo morte, disperazione, e un’umanità che si allontana da sé stessa.

Dobbiamo smettere di distruggerci. Dobbiamo smettere di odiarci. Dobbiamo smettere di credere che il potere, la ricchezza, il dominio siano la soluzione. La soluzione è l’amore, è la pace, è la solidarietà. Se non capiamo questo, allora stiamo davvero perdendo l’umanità.

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Ideatore, Caporedattore e Webadministrator Dortmund (Germania)

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