Recentemente è tornato alla ribalta il tema della cittadinanza. Montorio nei frentani è stato
insieme ad un paese del Trentino oggetto di indagine informativa che ha permesso di farsi
un idea di come un diritto possa essere esercitato in modo corretto.
Ma facciamo un passo indietro, vi illustro brevemente cosa comporta lo iure sanguinis.
Iure sanguinis (dal latino “per diritto di sangue”) è un principio giuridico secondo cui la
cittadinanza o la nazionalità di una persona viene determinata in base alla cittadinanza dei
genitori, indipendentemente dal luogo di nascita. Questo principio è particolarmente rilevante
in paesi come l’Italia, la Germania e il Giappone, che tradizionalmente basano la
trasmissione della cittadinanza più sul sangue che sulla nascita nel territorio nazionale (ius
soli).
Iure sanguinis in Italia
L’Italia è uno dei paesi più noti per l’applicazione del principio dello ius sanguinis nella
concessione della cittadinanza. Secondo la legge italiana:
Un individuo nato da un genitore italiano è automaticamente cittadino italiano.
La cittadinanza può essere trasmessa anche da antenati italiani emigrati, a condizione che
nessun ascendente abbia rinunciato alla cittadinanza italiana prima della nascita del
discendente.
La richiesta può essere avanzata presso i consolati italiani nel mondo o direttamente in
Italia.
Differenze con lo Ius Soli
Ius soli: la cittadinanza è acquisita in base al luogo di nascita (es. Stati Uniti, Canada,
Brasile).
Ius sanguinis: la cittadinanza è acquisita in base alla discendenza familiare.
Casi particolari
Alcuni paesi combinano i due principi (es. Francia e Regno Unito).
Alcuni stati prevedono restrizioni per evitare il fenomeno della “cittadinanza multipla”.
Cittadinanza Italiana Iure Sanguinis
L’Italia applica il principio dello ius sanguinis per il riconoscimento della cittadinanza,
consentendo a discendenti di italiani emigrati all’estero di ottenere la cittadinanza italiana,
anche dopo diverse generazioni.
Per ottenere la cittadinanza italiana per discendenza, devono essere soddisfatti i seguenti
requisiti:
A. Discendenza ininterrotta da un cittadino italiano
Il primo ascendente deve essere nato in Italia e deve essere stato cittadino italiano al
momento della nascita del figlio.
La cittadinanza deve essersi trasmessa ininterrottamente di generazione in generazione.
B. Nessuna interruzione nella trasmissione della cittadinanza
Se un ascendente ha rinunciato alla cittadinanza italiana prima della nascita del discendente
successivo, la linea di trasmissione si interrompe.
Se l’antenato italiano è emigrato in un paese che concedeva automaticamente la
cittadinanza (ad esempio, gli USA prima del 1912), bisogna verificare che non abbia perso
quella italiana prima della nascita del figlio.
C. Linea materna e la legge del 1948
Prima del 1° gennaio 1948, le donne italiane non potevano trasmettere la cittadinanza ai
figli.
Se un ascendente italiano era una donna che ha avuto figli prima del 1948, la cittadinanza
può essere riconosciuta solo tramite ricorso giudiziario in Italia.
- Procedura per ottenere la cittadinanza iure sanguinis
Ci sono due modi per presentare la richiesta:
A. Presso il Consolato Italiano (per residenti all’estero) - Verificare di avere un antenato italiano e raccogliere documenti.
- Presentare domanda al Consolato Italiano competente nel paese di residenza.
- Il Consolato valuterà i documenti e, se tutto è corretto, riconoscerà la cittadinanza.
- I tempi di attesa possono essere molto lunghi (anche anni).
B. Direttamente in Italia (per accelerare il processo) - Trasferirsi in Italia e ottenere la residenza in un Comune italiano.
- Presentare la richiesta al Comune di residenza.
- La Prefettura esaminerà i documenti e, se tutto è corretto, riconoscerà la cittadinanza.
- Questo metodo è più rapido (6-12 mesi circa).
- Documenti necessari
I documenti richiesti devono essere originali, tradotti in italiano e legalizzati. Di solito
includono:
Atto di nascita dell’antenato italiano (richiesto in Italia).
Atto di matrimonio e di morte dell’antenato italiano.
Certificati di nascita, matrimonio e morte di tutti i discendenti diretti.
Certificati di cittadinanza o documenti che dimostrano che l’antenato non ha mai rinunciato
alla cittadinanza italiana - Tempistiche e difficoltà comuni
Lunghe attese nei consolati (possono superare i 10 anni in alcuni paesi).
Difficoltà nel reperire documenti storici (soprattutto per emigrati di fine ‘800 – inizio ‘900).
Necessità di ricorso in tribunale per i casi di linea materna prima del 1948. - Vantaggi della cittadinanza italiana
Diritto di vivere, lavorare e studiare in Italia e in tutta l’UE.
Accesso ai servizi sanitari italiani e europei.
Doppia cittadinanza senza obbligo di rinuncia alla cittadinanza attuale (tranne in alcuni
paesi).
Alla luce di tutte queste informazioni, possiamo affermare che richiedere lo ius sanguinis è di
fatto molto “conveniente” in quanto poter avere la seconda cittadinanza, anche se si vive all’
estero, mette a disposizione tantissimi altri diritti che si acquisiscono solo essendo cittadini
europei.
Montorio, vanta tantissime richieste , che producono una mole di lavoro non indifferente per
l’amministrazione comunale, ma occorre sottolineare che nessuno sembra aver preso
residenza nel paesello.
Dunque nessun vantaggio per il comune molisano anzi , la crescita del numero dei suoi
abitanti “ fantasma” senza che essi contribuiscano al benessere della cittadina.
È di questi giorni la notizia che
Il Governo italiano ha approvato la riforma della cittadinanza: l’ obiettivo è fermare il mercato
dei passaporti.
La nuova normativa stabilisce che solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia
potrà ottenere automaticamente la cittadinanza italiana.
La legge del 1992, viene dunque rivista per evitare abusi.
Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha affermato che la riforma ha lo scopo di dare il
giusto legame tra l’Italia e il cittadino all’estero”, evitando il “commercio “ dei passaporti
italiani.
Lo ius sanguinis farà da principio guida e le sue variazioni serviranno ad evitare abusi.
Il decreto prevede che gli italo-discendenti nati all’estero saranno cittadini italiani solo se
hanno un genitore o un nonno nato in Italia. I consolati non si occuperanno più delle
richieste di cittadinanza, che verranno gestite da un ufficio centrale presso la Farnesina.
Sarà previsto un periodo transitorio di un anno per organizzare il nuovo sistema.
Negli ultimi anni si è registrato un incremento delle richieste di cittadinanza, specialmente in
paesi con una forte emigrazione italiana come Argentina, Brasile e Venezuela. Dal 2014 al
2024, il numero di italiani residenti all’estero è aumentato del 40%.
L’attuale sistema ha favorito pratiche scorrette e frodi, con cittadini che si recano in Italia
solo per velocizzare il riconoscimento della cittadinanza.
La riforma si articolerà in due fasi: un decreto legge di istantanea attuazione e una riforma
successiva con requisiti e procedure, tra queste la possibilità che la cittadinanza debba
essere rinnovata ogni 25 anni.
In attesa di ulteriori sviluppi posso serenamente affermare:
Diritti e Doveri!
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